Making Wilden | Valfaccenda, un’etichetta visionaria
Wilden.herbals incontra produttori, artigiani, imprenditori e realtà vicine alla filosofia del selvaggio e oggi vi porta a conoscere Valfaccenda, vignaioli visionari.
Ripartire dalle cose semplici e rivoluzionare il modo in cui viviamo. Dietro ogni piccolo atto culturale, si nasconde una passione. È prima di tutto il rispetto per la natura a muovere progetti e produttori vicini a Wilden. herbals. Il fil rouge che li lega è la voglia di vedere il mondo con occhi rinnovati e questa è la loro storia.
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“Magazzino di idee, progetto di vita”, Valfaccenda nasce nel 2010 nel Roero. I fondatori, ancora studenti poco più che ventenni, ci hanno raccontato di avere però già le idee chiare e una visione del futuro definita. Mancava solo un piccolo tassello: realizzare questo futuro immaginato e desiderato. Ecco il racconto di Carolina e Luca.
Carolina, Luca e Valfaccenda: ci raccontate la vostra storia come se foste un vino?
Luca è sicuramente un Arneis, che in piemontese significa monello, ma anche strumento. L’Arneis è solido come un soldatino, ha un bel carattere, ma non lo mostra a tutti, è un vitigno che supera gli stereotipi con risultati inaspettati. Carolina è un Nebbiolo che nasce sulle sabbie, è gioviale da subito, ma capace di grandi dimostrazioni di fedeltà ed affidabilità negli anni. Una bocca leggera in tandem con un naso intenso e vibrante.
Cosa significa per voi ospitalità? C’è un oggetto/luogo che rappresenta per voi questa parola?
Per noi ospitalità significa aprire le porte del nostro dinamico microcosmo. Gli ospiti della Cascina devono sentirsi a casa, possono non fare nulla, leggere un libro in compagnia di un bicchiere dei nostri vini, fare una passeggiata in vigna o venire con noi in cantina.
Forse il luogo che meglio racchiude queste possibilità è la torretta, simbolo della nostra casa, edificata nel 1928 e restaurata con fatica e sudore negli ultimi 5 anni. Uno spazio aperto, ma racchiuso, aperto a 360° sulle nostre vigne e sulle prime colline del Roero, al confine con la provincia di Asti. L’ultimo posto della casa che vede il sole tramontare e che regala minuti di luce, quando il resto è già in ombra.
La Toretta Vista della cascina
Cosa vuol dire essere piccoli artigiani del vino oggi?
Dal 2010 ad oggi tante cose sono cambiate, ma tendenzialmente l’approccio e la filosofia sono invariati.
Siamo migliorati nella gestione delle vigne, conosciamo meglio i nostri appezzamenti, applichiamo un approccio conservativo in cantina. Attorno a noi invece c’è molta più attenzione al mondo del vino anche naturale e i consumatori, così come gli operatori, sono preparati e aperti ad assaggiare espressioni fuori dal coro.
Siamo contenti di questa nuova consapevolezza, ma restiamo molto “piemontesi”, rifuggiamo le mode e le etichette, noi siamo sempre gli stessi e non accettiamo che le modalità di vinificazione diventino più importanti del gusto stesso del vino.
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Come portate avanti il concetto di sostenibilità nella vostra realtà?
Siamo un’azienda certificata biologica, sia per un’etica che abbracciamo anche oltre il lavoro, sia per garantire un ambiente di lavoro – nel nostro caso le vigne – sano e il più possibile incontaminato.
A livello globale, bisogna fare sistema con le altre realtà del territorio per garantire risultati significativi. C’è bisogno della collaborazione degli altri agricoltori, ma anche delle Amministrazioni locali e dei Consorzi di Tutela.
Inoltre, il concetto di sostenibilità non va solamente legato al modus operandi, sostenibilità è scegliere di vinificare solo le varietà del nostro territorio, sostenibilità è riuscire a lavorare solo con la propria squadra senza ricorrere a riders esterni.
Valfaccenda e Wilden.herbals: punti in comune e storia di questa collaborazione.
Questa collaborazione è nata dopo alcuni bicchieri di vino al tavolo della nostra sala degustazione. I punti di contatto sono la ricerca e l’attenzione verso un prodotto non convenzionale, la cura della materia prima e un progetto grafico che veste i prodotti: assolutamente riconoscibile, curato e bellissimo!
Cosa vuol dire per voi essere ‘Sani e Selvaggi’?
Siamo partiti come quelli giovani e nuovi, oggi ci siamo fatti interpreti di un paesaggio e di un territorio: il nostro Roero.
Da allora abbiamo vissuto la rinascita di questa terra, non più in ombra rispetto ai vicini di sponda (Langhe cit.) ma con un’identità ben precisa. Il Roero è rock’n roll: sfaccettato, faticoso, non convenzionale. Nei nostri vini cerchiamo di tradurre fedelmente le vigne che lavoriamo, ricercando l’eleganza della sabbia ed evitando il superfluo… Questo è il Roero sano e selvaggio che piace a noi!
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Foto © 2021 Valfaccenda
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